Pittori del 300 a Padova
Se siete amanti della cultura, Padova è la città che fa per voi. Essa è infatti una città d’arte molto conosciuta ed apprezzata, ricca di storia e di testimonianze artistiche di tutte le epoche. In particolare, l’epoca più fiorente dal punto di vista artistico è stato sicuramente il ‘300. Pertanto se siete appassionati d’arte, queste sono le mete che non potete non visitare durante la vostra permanenza in questa bellissima città.
I pittori del 300
Un usuraio viene a sapere che c’è un grande pittore di nome Giotto, che ha inventato una nuova idea della pittura. Lo invita a dipingere la cappella di famiglia, a fianco di un palazzo che poi è stato distrutto, dentro l’Arena di Padova. E’ grazie a questo imprenditore del Nord-Est, una figura ancora capace di esprimere una sua attualità, che il toscano Giotto ha lasciato a Padova la sua massima testimonianza, il suo massimo capolavoro. Eppure non c’è nessuno in Italia, neanche i cittadini locali, che dovendo pensare alla migliore pittura del trecento pensi a Padova. Lasciando a Padova la Cappella degli Scrovegni e altre opere presso la Basilica del Santo e il Palazzo della Ragione, Giotto diventa il modello per le generazioni successive di artisti.
Successivamente arriverà a Padova un altro grande artista fiorentino, Donatello, scultore, e qui lascerà il suo maggior capolavoro, quello destinato ad esercitare maggior influenza sugli altri artisti, esattamente come era stato per Giotto. Da Donatello il rinascimento padano, e quello veneto in particolare, conosceranno un impulso decisivo, nascerà un gusto archeologico per la civiltà classica, pagana, nella reazione dell’Umanesimo contro la gerarchia teologica medievale, e tutti andranno a studiare a Padova. Fra l’epoca di Giotto e quella di Donatello, dunque, Padova diventa una capitale artistica perchè vi capitano eventi come quelli che si sarebbero verificati poi, a Parigi con il cubismo, o a New York con la Pop Art.
Dopo di loro, ecco un veneziano che si chiama Guariento giungere a Padova e tentare una congiunzione tra la lingua pittorica veneziana, greco-bizantina, e quella moderna di Giotto; al suo fianco un raffinato conterraneo, l’ecclesiastico Nicoletto Semitecolo, cui fa seguito il lombardo Giusto da Menabuoi, arrivato a Padova per affrescare il Battistero.
Gli affreschi del 300 candidati a sito Unesco
Il comune di Padova sta costruendo il dossier per l’inserimento dei cicli di pitture trecentesche della città nella World Heritage List dell’Unesco.
Il percorso proposto parte dalla Cappella degli Scrovegni per continuare con i musei Civici, il palazzo della Ragione, l’oratorio di San Michele, l’Accademia Galileiana, il complesso Antoniano, il battistero del Duomo e il museo Diocesano, la chiesa degli Eremitani e, fuori città, la chiesa di San Francesco di Curtarolo.